Yogourt
e dieta
Una dieta
isocalorica
che comprenda
yogurt
promuove una
maggior
perdita di
peso.
Probabilmente,
l'aumento dei
quantitativi
di calcio e
la
soppressione
del
calcitriolo
rendono
questo tipo
di dieta più
efficace. E'
stato
precedentemente
dimostrato un
effetto
anti-obesità
del calcio
nella dieta:
questo è
ampiamente
mediato dalla
soppressione
dei livelli
di
calcitriolo
da parte del
calcio, che
determina una
riduzione del
calcio
intracellulare
degli
adipociti, e
di
conseguenza
un aumento
coordinato
nell'utilizzazione
dei lipidi ed
una
diminuzione
della
lipogenesi.
E'
rimarchevole
che il calcio
proveniente
dai latticini
sia
marcatamente
più efficace
di ogni altra
fonte di
calcio. La
sostituzione
isocalorica
di altri cibi
con lo yogurt
aumenta
significativamente
lo
smaltimento
del grasso e
riduce
l'adiposità
centrale
durante la
restrizione
energetica.
Recenti studi
che
dimostrano un
ruolo
potenziale
della
secrezione
autocrina di
cortisolo dal
parte del
tessuto
adiposo nella
generazione
dell'obesità
del tronco
hanno
spronato
all'esplorazione
della
possibilità
che l'aumento
di
calcitriolo,
che si
osserva in
risposta alle
diete povere
di calcio,
possa
svolgere un
ruolo
regolatorio
nella
produzione di
cortisolo da
parte degli
adipociti. In
un momento in
cui l'obesità
ha raggiunto
livelli
preoccupanti
sia negli
adulti che
nei bambini,
è importante
identificare
variazioni
dietetiche
utili a
prevenire o a
limitare
l'aumento di
peso. Il
concetto
dell'effetto
benefico del
calcio e dei
latticini a
basso
contenuto di
grassi sul
peso corporeo
è pertanto
molto
attraente:
non soltanto
infatti vi
sarebbero
benefici in
termini di
peso, ma vi
è anche il
potenziale di
aumentare il
consumo di
proteine di
qualità
elevata e di
calcio in una
popolazione
adulta che ha
un apporto
giornaliero
di calcio al
di sotto
delle dosi
raccomandate.
Per molti
nella comunità
scientifica,
comunque, è
difficile
abbracciare
l'efficacia
del calcio e
delle
proteine dei
latticini
senza una
buona
comprensione
dei
meccanismi
responsabili
per la
perdita di
grasso
corporeo. (Int
J Obes.
2005; 29:
388-90 e
391-7)