|
Battaglia
di valle Vazolo 1497 Da Sansovino, "Historia di Casa Orsini" Ora gli Orsini risentitisi gravemente per le vittorie dei Colonnesi e per lo danno ricevuto dai conti loro famigliari e congiunti, temendo che i colonnesi, spinti dai conti , non prevalessero, adunata buona quantità di soldati , andarono per la valle che è sotto Monticelli , posto nel contado di Tivoli, e poco discosto da Palombara e Monte Rotondo, andarono ad incontrare i Colonnesi, che ritornavano dal saccheggiare Cretone, con animo di combattere con loro, quasi certi della vittoria, ma veramente gli esiti della guerra sono molto dubbiosi e la fortuna non corrisponde sempre agli altrui desideri. Essi avevano collocato quasi tutti i fanti a piè del sinistro lato del monte, per circondare i nemici alle spalle, e assaltarli dal luogo di sopra, e colla cavalleria avevano occupato la larghezza della valle e tenevano il ponte per il quale dovevano necessariamente passare i Colonnesi, che non sospettavano punto in quel dì della venuta dei nemici, ma poi che essi intesero la venuta degli Orsini, stettero in dubbio se dovessero ritornare a Cretoni, o venire a giornata. Conchiusero che non fosse bene mostrar segni di paura in tanto corso di sì fortunata vittoria e si misero in ordinanza. Erano nella prima Fabrizio Colonna e Antonio Savello ; Prospero Colonna e Giov.Battista Savello avevano il governo dell'ultima parte dell'esercito. Si trovavano i Colonnesi allora molto copiosi di falconetti (1), i quali essi accomodarono per trarre ai fanti che erano sul colle. Appiccata adunque la zuffa avvenne che il cavallo di Guido Orsino, che conduceva l'ordine della fanteria, ferito alla fronte cadesse in terra, onde conturbati i fanti, i quali erano per la maggior parte contadini, avvezzi piuttosto a maneggiar gli aratri, che le armi (2), si misero a fuggir verso i Monti, poiché la cavalleria, disuguale di numero e di nerbo al nemico, fu cacciata. Morirono tra l'uno e l'altro esercito intorno a quattrocento persone. Degli Orsini rimasero prigionieri intorno a venti tra i quali fu Carlo figlio di Virginio, Antonello discostatosi un lungo tratto dai suoi , e condotto tra la folla dei nemici, ricevuta una ferita sul braccio destro estatogli tolto l'elmo in capo, si tolse dalle lor mani e diportatosi in quel giorno con molto valore, non molto dopo vi morì, scemando con la sua morte la vittoria ai nemici, Giambattista Caracciolo, ferito ad un piede, fece quel giorno, che fu ai 30 marzo 1497, cose onorate , e fu l'ultimo a partirsi dal campo. NOTE (1)Falconetti = piccoli
cannoni-colubrine ( del peso di circa 7 libbre ). |
|