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Geologia e Carsismo

A. Peccerillo:
“Esplorazioni sui Monti Lucretili”.

La caratteristica dei rilievi di questi monti, che si trovano nei comuni di Palombara Marcellina e S. Polo dei Cavalieri, è la presenza di un discreto numero di faglie, riscontrabili anche sulle carte geologiche della zona.

Le cavità individuate, hanno perciò questa natura, e sono impostate su frattura, con presenza di blocchi di frana mobili, che generalmente fermano gli esploratori. La grotta più importante è chiamata Hale Boop, profonda 72 metri e lunga circa 200.

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Dal web della comunità montana....

La formazione del complesso geologico affiorante sui M. Lucretili inizia circa 200 milioni di anni fa (Triassico e Giurassico) quando in un mare poco profondo si sono accumulati depositi di calcare quasi puro (Calcare Massiccio) e ricco di resti fossili di vita animale. Secondaria (Cretacico) e per tutta la prima metà dell' Era Terziaria, sono stati ricoperti da sedimenti più ricchi di silice e con resti di invertebrati (foramiferi, ammoniti, ecc.) che consentono di metterli in correlazione alla serie sedimentaria dell' Appennino Umbro e Marchigiano. Circa 10 milioni di anni fa, nel Miocene superiore, forze orgogenetiche hanno sollevato dal Mar Tirreno e rovesciato verso oriente sui sedimenti più recenti quegli ammassi calcarei che nel M. Gennaro e nel M. Morra costituiscono un elemento tipico del paesaggio romano. La morfologia, condizionata dalla natura del substrato, si presenta ad occidente con rilievi più aspri e con diffusi fenomeni di carsismo come campi carreggiati, doline, cavità (es. la Buca del Diavolo sul Colle di Mezzo con fuoriuscita di correnti aeree) e notevoli esempi di piani carsici (Pratone, Campitello, Prato Favale ecc.).
La porosità di queste rocce consente la penetrazione delle acque meteoriche in profondità per poi alimentare più a valle soprattutto le sorgenti di Bagni di Tivoli e di Cretone, di notevole interesse termale perchè arricchite da emanazioni sulfuree dovute all' attività residuale del Vulcano Laziale. Ad oriente, su marne e calcari marnosi meno rigidi, la morfologia è più dolce e l' alternarsi di strati più o meno imprmeabili rende possibile l' affioramento di numerose vene d' acqua potabile (Fonte Malatesta, Capodacqua, Campitello, San Chirico ecc.) alcune di notevole portata come la sorgente delle Capore presso Montoiro Romano.
Il movimento degli strati dovuto allo scorrimento tettonico ha favorito l' incisione di profonde e suggestive valli fluviali. I laghetti di Percile sono tipici esempi di carsismo fossile essendosi formati in doline il cui inghiottitoio si è chiuso per l' apporto di detriti

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LA PERICOLOSITÀ DA SINKHOLE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ROMA: IL CASO DI MARCELLINA.

Alessio Argentieri *, Giuseppe Capelli °, Sandro Loretelli *, Roberto Salvati °, Pierluigi Vecchia *
(*) Provincia di Roma- Dip. I Serv.2 " Servizio Geologico, Difesa del Suolo" (°) Università degli Studi Roma TRE- Dipartimento di Scienze Geologiche

I sinkholes sinora individuati nell'ambito del nostro territorio nazionale, situati soltanto in corrispondenza delle aree peri-tirreniche dell'Italia centrale, presentano caratteristiche di unicità rispetto a quanto noto fino a poco tempo fa su genesi e localizzazione dei fenomeni di sprofondamento catastrofico. Un contributo alla comprensione di tali meccanismi può essere fornito dall'analisi di un caso di recente formazione, verificatosi nel territorio della Provincia di Roma, la cui evoluzione è tuttora sotto osservazione. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio 2001, nella piana di Pozzo Grande (Marcellina, Roma) si è aperta, probabilmente senza alcun preavviso, una voragine subcircolare (sinkhole), di circa 40 m di diametro e 15 m di profondità. Il dissesto ha interessato marginalmente diverse infrastrutture di importanza primaria, tra le quali un gasdotto ed un elettrodotto.

Il territorio di Marcellina è situato lungo la fascia pedemontana dei Monti Lucretili, costituiti da successioni carbonatiche meso-cenozoiche in facies sabina e bordati ad W da un sistema di faglie distensive ad andamento NNW-SSE. La piana di Pozzo Grande, una depressione della superficie inferiore a 1 Km2 colmata da depositi continentali e vulcaniti, si colloca nel tratto in cui il sistema bordiero viene dislocato da un sistema di faglie ad andamento antiappenninico. Tale settore della "campagna romana" si colloca, nell'ambito del margine tirrenico dell'Appennino centrale, in un contesto geologico peculiare: nella zona compresa tra il Monte Soratte, i Monti Cornicolani ed i Monti Lucretili-Tiburtini si realizza infatti la concomitanza di diversi fattori (presenza di alti strutturali delle unità carbonatiche; dinamica regionale dell'idrologia sotterranea; sviluppo del carsismo ipogeo; manifestazioni idrotermali; vulcanismo pleistocenico; attività tettonica quaternaria; ecc.), la cui interazione ha probabilmente controllato la genesi e la localizzazione dei diversi sinkholes esistenti.

Il "Sinkhole di Marcellina" si inserisce quindi in un quadro fenomenologico particolare, quale quello rappresentato dai fenomeni di sprofondamento catastrofico in aree di discarica delle acque sotterranee. Oltre alle caratteristiche idrogeologiche, ulteriori complessità nella definizione dell'assetto geologico di insieme sono rappresentate da: un rilevante spessore della copertura plio-quaternaria al di sopra del bedrock carbonatico, la presenza di elementi tettonici attivi o la prossimità ad aree sismogenetiche; la circolazione di gas e fluidi mineralizzati profondi.

In questo lavoro vengono trattati gli aspetti geologici e idrogeologici dell'area di Marcellina, funzionali alla caratterizzazione dell'area come sinkhole prone, nonchè alcuni aspetti paleogeografici che potrebbero giustificare le evidenze che stanno emergendo dalla campagna di studio multidisciplinare in atto.

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da www.info.speleo.it

SI APRE UN SINKHOLE ALLE PORTE DI ROMA
Una voragine larga una cinquantina di metri e profonda più di venti si è aperta la scorsa notte in un terreno privato in località Sasseto a Marcellina. La cavità, hanno accertato i vigili del fuoco di Tivoli, continua ad allargarsi. A dare l'allarme ai carabinieri questa mattina è stato il proprietario del fondo, Aurelio Lattanzi, avvertito a sua volta dal proprietario del terreno confinante. Quando Lattanzi ha raggiunto il suo pescheto ed ha visto che una parte del terreno era sprofondato ha avuto un malore ed è stato portato all'ospedale di Palombara Sabina.

L'area è stata recintata. Sul posto sono accorsi anche i tecnici comunali e l'assessore ai lavori pubblici di Marcellina, Armando Marino. "Faremo dei sondaggi - ha assicurato Marino - nel frattempo abbiamo avvertito la Regione, la Provincia, la Prefettura e la Protezione civile". I vigili del fuoco non hanno nascosto preoccupazione. A trenta metri dalla cavità ci sono un pilone dell'Enel e un gasdotto. Sotto la voragine potrebbe esserci un laghetto sotterraneo o un corso d'acqua

 

Aggiornamento f. bruccoleri    Grafica  P. CerquattI

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